di Andrea Zambrano
D’accordo,
c’è il gender, di cui è invasata cultrice; e c’è quella “bagatella”
della sua falsa laurea, che l’ha fatta partire in handicap fin da
subito. Ma il ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli deve farsi
perdonare anche un’altra scappatella: quella della sua estrazione
sindacal-comunista, che la proietta come, almeno sulla carta, una
fervida paladina del “più Stato e meno privato”. Gli steccati e le
ideologie sono caduti da un bel po’, ma in certi ambienti, e il
sindacato Cgil è uno tra questi, faticano di più a staccarsi
definitivamente dall’albero delle incrostazioni nazionali.
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